(di Elena Pilato ) Dall’ Azione di Vittorio Veneto- settimanale diocesano- del 4 Gennaio 2015.
“C’è il fascino delle auto d’epoca dei primi anni Venti di Gaetano Rossi e la passione per i proverbi dialettali della storica maestra elementare Francesca Da Fies Costella, oggi quasi novantenne, educatrice di tante generazioni di padri e nonni di oggi.
Ci sono i chilometri macinati tra campi e radure rurali negli anni Sessanta del boom economico, dal medico condotto, il dottor Luigi Esposito il “buon dottore fi tutti” con la sua Cinquecento d’annata e la collezione enciclopedica di
musica dell’esperto “il vecchio Mario Prode” al secolo Mario Carnelos. SEnza dimenticare i racconti struggenti della ritirata di Russia di Evaristo Barazza, classe 1920, alpino della Brigata Julia, e di Eugenio Pin, due “ragazzi” dal capo canuto che ce l’hanno fatta, scappando dalla gelida steppa di Nikolajewka e la mitezza accogliente del “buon pastore” don Angelo Dal Bo, con il suo gregge di fedeli, sacerdote a Cimetta di Codognè per ben 26 anni.
Eccoli, sono alcuni, dei tanti protagonisti illustri certamente tra i personaggi più emblematici e rappresentativi del libro “Codognè Cuore Veneto” firmato dal fotoreporter Pio Dal Cin, già collaboratore de l’Azione negli anni Ottanta, e dell’insegnante Francesca Salvador, entrambi codognesi doc.
Storie anneddoti, luoghi caratteristici, testimonianze, famiglie e vecchi veneti curiosi, mestieri tradizioni, variegate e coinvolgenti,narrate a ruota libera dai diretti interessati e raccolte, sotto forma di interviste, da Pio, in una ricerca sul campo durata due anni.
Tanti vissuti pregni di emozioni e di sentimenti spontanei che si intrecciano in un minimo comun denominatore, perno tematico dell’opera stessa: l’appartenenza e la nascita nel territorio di Codognè,il paese della mela cotogna e delle paludi bonificate con le frazioni di Cimetta Cimavilla e Roverbasso.
E’ una sorta di affascinante e suggestivo amarcord locale, che si svela in una carrellata di volti e di sguardi, dal sapore vintage, per le innumerevoli fotografie d’epoca che lo arricchiscono, fa di “Codognè Cuore Veneto” una pubblicazione pulsante e dinamica, costruita dentro le vite delle persone e della comunità codognesi, rinnovandone il senso profondo di identità e di condivisione delle origini.
Un’opera che non rimane confinata, però nel filone del revival nostalgico, ma getta un ponte comunicativo verso il futuro, verso le generazioni dei cosidetti “nativi digitali”, avvalendosi di una peculiarità molto interessante. “Per stimolare i
ragazzi a riscoprire la bellezza e la preziosità delle nostre radici abbiamo unito il linguaggio classico e antico di fotografie e parole lo strumento moderno, della tecnologia più avanzata, dei codici QR – spiega l’autore Dal Cin- ovvero alcune finestre criptate che si possono decifrare , con l’ausilio del computer, attraverso l’utilizzo degli smartphones e degli iphones per visionare, immediatamente, tutto il materiale video raccolto nell’opera.
Chiunque quindi, avvicinando il proprio cellulare di ultima generazione sopra l’etichetta del codice QR potrà scorrere, in tempo reale, qualsiasi intervista o testimonianza visiva, con cui è stato costruito, pagina dopo pagina il tessuto narrativo dell’opera.
Dotazione singolare , senza dubbio che attualizza “Codognè Cuore Veneto” e lo rende innovativo nel suo genere di storia locale, più appetibile agli occhi dei nostri giovani lettori, immersi nell’universo digitale.
Fulcro centrale della pubblicazione rimane però la rilevanza di quella memoria popolare e comunitaria che equivale all’integrità e all’autenticità della nostra civiltà rurale e agreste.
“Il libro di Pio e di Francesca – sottolinea il sindaco di Codognè Roberto Bet- ci rimette in contatto con il filò contadino di un tempo, con la trasmissione orale di quella saggezza degli avi,che dioventava anche costruzione di un comune tesoro di principi e divalori etici nella tutela di quel patrimonio in cui la nostra comunità crede fermamente e punta a mettere in campo tutte le risorse dell’universo 2.0 globalizzato e digitalizzato, per la sua salvaguardia e per la sua riscoperta culturale.” ELENA PILATO