(by pio dal cin)
RIPROPONGO UN VECCHIO POST DEL 2010. CON L’ESORTAZIONE AI GIORNALI LOCALI E NAZIONALI A TRATTARE QUESTE NOTIZIE CON LE DOVUTE CAUTELE. A COSA SERVE PUBBLICARLE’? NON BASTEREBBE UN TRAFILETTO CON LE INIZIALI E BASTA. J’ACCUSE!
Suicidi in Veneto. Giornali e Media devono minimizzare
La scritta “Operaio si impicca nel bosco” campeggia a grandi caratteri sulle locandine fuori dalle edicole. Entro, compero i giornali locali ed ecco la notizia, in apertura, in prima pagina, con una dovizia di particolari che renderebbe “facile” il suicidio anche a chi non sa cosa significhi la parola.I giornali e i tiggi’ devono riportare le notizie di cronaca, però in questi casi basterebbe un trafiletto a piè pagina, senza tanti particolari, possibilmente senza riportare nemmeno il nome.
E’ ora che i giornali locali finiscano di “pasteggiare” sul dato di fatto che cronaca nera ed episodi particolarmente cruenti incidano sulle vendite del 10% .Occorre più serietà professionale, anche se so che il mio appello cadrà nel vuoto, visto che ogni volta che c’è un nuovo episodio è difficile per le redazioni resistere a pubblicare e vendere qualche centinaio di copie in più della concorrenza
Il suicidio è una tragedia personale e così dovrebbe essere trattato,darlo in pasto al pubblico non serve a niente, se non a creare quello spirito di emulazione che è comprovato scientificamente.
Persone deboli e depresse hanno la tendenza a copiare certi comportamenti.
Se diamo loro tutti i particolari ed una specie di “vademecum” su come suicidarsi, ecco che creiamo una reazione a catena.
Scrivendo dei suicidi si creano due “fonti energetiche negative” La prima per chi sta pensando di farlo ed è sull’orlo della disperazione, l’altra per i famigliari ed i conoscenti e per il clima di dolore che si crea leggendo tali notizie.
Ricordo tanti anni fa, a Pianzano di Godega, ci fu una serie impressionante di suicidi sotto il treno; in pochi mesi, fui chiamato dai carabinieri (lavoravo per Il Gazzettino) per quattro o cinque episodi del genere,in un tempo così breve.
Mi sembro’ che quello che veniva scritto servisse quasi da “aggancio” per il prossimo, innestando una catena viziosa che sembrava non finire.
Ora che i suicidi sono in aumento, rivedo lo stesso scenario.
Certo non è che la “colpa” sia dei giornali. In questi casi la colpa non è di nessuno, se non di chi commette il gesto estremo.
Quello che voglio dire è che l’eccesso di particolari, il voler raccontare queste tragedie personali, e dar loro un’importanza troppo mediatica, secondo me può essere una ragione in più per chi, già debole e provato si trova a dover affrontare dei grossi problemi esistenziali.
Questo è il mio umile appello ai giornali e ai media:minimizzate questi fatti, e anche se non sarà questa la formula che ridurrà il numero dei suicidi, almeno si riuscirà, non rendendoli troppo importanti dal punto di vista mediatico, ad evitare che chi è troppo debole o depresso per reagire colga lo spunto da quello che legge per fare un gesto che altrimenti potrebbe essere evitato.
(pio dal cin)