E’ mancato ieri all’affetto dei suoi cari Francesco Fregonese, “Cantastorie dell’Alto Livenza” Con lui, oltre che al papà, al marito, al nonno,se ne va un pezzo della nostra storia. Francesco, oltre che ad essere un bravissimo artigiano del legno, era l’ultimo dei CANTASTORIE. I locali più rinomati dei comuni dell’Alto Livenza, a partire da Mansuè dove risiedeva con la moglie Paola, se lo contendevano per il suo modo allegro e unico di raccontare certe storielle in dialetto Veneto, oltre che alle barzellette. Un “mestiere” che era un hobby scaturito dalla passione di questo simpatico personaggio ad intrattenere e a portare il sorriso ovunque arrivasse. Con lui si chiude un capitolo della nostra Storia Veneta. I CANTASTORIE non esistono più ed hanno lasciato il posto a cabaret e a show televisivi, a spettacoli che nulla hanno dell’originalità e del pathos con cui personaggi come Francesco sapevano raccontare le loro storie coinvolgendo direttamente il pubblico che affollava le sale dei locali dove si esibivano. Grazie ad Annalisa Fregonese, amata figlia di Francesco e insostituibile corrispondente del +Gazzettino di Treviso da molti anni, sono riuscito ad intervistarlo e a inserirlo a pieno merito nel mio ultimo libro. Nel video quì sotto Francesco racconta una delle sue storielle preferite, “El Sanser”. Il modo e l’allegria con la quale recita la storia e descrive un personaggio del passato, ci fa capire che abbiamo peso un tassello della nostra tradizione e del nostro modo originale di essere Veneti che non sarà però dimenticato. Grazie Francesco, per la tua allegria e per quello che hai insegnato a quelli che hanno avuto la fortuna ed il privilegio di incontrarti. Un abbraccio alla moglie Paola e alla figlia Annalisa.
Dal libro “Cuore Veneto, interviste e racconti della nostra gente”
FRANCESCO FREGONESE
Maestro del legno e ultimo dei Menestrelli
Francesco in questo video racconta la storiella del “Sanser” il mediatore che nei mercati del bestiame faceva da tramite nella compravendita.
Francesco mi accoglie con quel suo radioso e sereno sorriso nella
cucina dove mi ha accompagnato dal cortile la sua amata moglie
Paola. C’è un buon profumo di polenta abbrustolita che mi ricorda
l’infanzia, quando la polenta era buona anche a colazione nel latte,
(i nostri cornflakes ). Sapevo già che Francesco era un bravissimo
artigiano del legno. Avevo avuto modo di ammirare le sue opere
lignee come regali di compleanno per il suo nipotino Gregorio,
FRANCESCO E PAOLA
Scale a pioli , pialle, martelli, scope ceste, velieri. Ce n’è per tutti i
gusti. Tutto fatto a mano, con pazienza certosina e maestria.
“Dove ha imparato l’arte?” Chiedo a Francesco seduto davanti a
me mentre registro l’intervista. “Mi ha insegnato mio padre.
Eravamo undici tra fratelli e sorelle.
Tutti avevamo una certa predisposizione alla manualità, e nostro
padre ci ha insegnato i trucchi del mestiere.” Guardo e fotografo
gli oggetti di legno che la signora Paola ha disposto con cura sul
tavolo. Sembrano usciti dalla bottega di Mastro Geppetto tanta è la
dovizia di particolari.
Un piacere poter constatare ancora una volta dove porta la
creatività. Non finisco mai di stupirmi di fronte alla maestria con
la quale certe persone come Francesco riescono a realizzare delle
vere e proprie opere d’arte e farle passare per normalità
quotidiane.