Codognè. Prosecco. Stop di quattro giorni delle cantine per smaltire l’enorme quantitativo di uva grazie ad un’annata a dir poco favolosa

SEP
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Codognè e tanti altri paesi. Cantine chiusa per quattro giorni al Prosecco. Le ragioni spiegate

Codognè 13 settembre 2018
AGGIORNAMENTO NOTA: A piè pagina ho aggiunto un’intervista con uno storico viticoltore della zona di Conegliano, realizzata oggi in tarda mattinata, che spiega le ragioni del fermo cantine per quattro giorni.
 
 
Mi sono fermato alla cantina di Codognè ieri sera per assaggiare un po’ di uva Prosecco e mi è stato riferito che la cantina sarebbe stata chiusa da oggi (giovedì) per quattro giorni. La ragione sembrava, essere una sovra produzione di Prosecco. Ma era proprio questa la ragione? Ho cercato di approfondire e ho chiesto al direttore di chiarire i motivi della chiusura, onde evitare di scrivere delle stupidaggini. “Parleremo domani (oggi, giovedì per chi legge)” è stata la laconica e breve risposta del giovane direttore.
A questo punto non mi è rimasto che chiedere ad alcuni dei viticoltori in fila con i loro autocarri stracolmi dell’ “oro” sotto forma di grappoli. Il Prosecco, il vino più desiderato al mondo in questo momento, molto, molto di più che lo champagne Francese, più costoso, e anche meno gustoso, se vogliamo essere sinceri.
“Credo dipenda dall’enorme produzione di quest’anno.Ho visto nel mio vigneto che alcune gemme hanno generato il doppio dei grappoli. La natura è stata generosa con noi quest’anno, cosa dobbiamo fare? Sperare che il tempo tenga fino a quando le cantine (non solo quella di Codognè è chiusa ma tutte o quasi) riapriranno e potremo portare il nostro raccolto.Non ricordo comunque che sia mai successo
 Ha dichiarato D.D. uno degli storici viticoltori del paese.
Oggi ho sentito un’altro viticoltore C.P. che però non sembra essere troppo d’accordo con la precedente dichiarazione del suo collega viticoltore. “Si, è vero che la produzione quest’anno è ottima rispetto all’anno scorso, sia come qualità che come quantità. Probabilmente la chiusura è dovuta al fatto che le uve rosse debbono stare nei silos e fermentare, sottraendo in qualche modo spazio alla produzione generosa di Prosecco.Non è vero comunque che le chiusure delle cantine non sono mai successe. E’ ovvio che quando tutti vendemmiano allo stesso momento ci sia uno stop alla ricezione dell’uva. E’ successo sempre, non facciamo allarmismi. UN’altra cosa poi volevo aggiungere, ogni socio sa benissimo che ha un certo quantitativo prestabilito di quintali che può portare in cantina.Produrne di più significa dover gestire il proprio raccolto in eccesso in maniera autonoma. Ci sono viticoltori che ne hanno fatto un numero spropositato di quintali in più e dovranno gestirlo come meglio potranno”.
 
In tarda mattinata ho sentito telefonicamente un noto imprenditore vinicolo del Coneglianese. Ecco cosa mi ha detto:
Domanda : “Buongiorno. Cantine chiuse, che non accetteranno Prosecco per quattro giorni Mi aiuta a capire cosa succede ?”
Risposta: “E’ presto detto. Le cause della chiusura sono legate a diversi fattori tra loro concatenati. Per primo dobbiamo tenere conto dell’eccezionale produzione di quest’anno, come ho letto nel suo post ci sono state gemme che hanno prodotto anche due grappoli;una cosa imprevedibile che ha fatto trovare ai nostri viticoltori molta più uva di quella che si aspettavano”
 
Domanda: ” Quindi la produzione, diciamo eccessiva, rispetto a quella che ci si aspettava è l’unica causa di questa chiusura?”
 
Risposta: “ No… è una delle cause, non l’unica. Una delle altre cause è la meccanizzazione del sistema della vendemmia. Oggi si lavora con più macchine, quindi più velocemente. La stagione della vendemmia e le tempistiche sono sempre le solite. A parità di giorni, diciamo che abbiamo un flusso ed un apporto maggiori, rispetto agli anni in cui si svolgeva tutto a mano. Il ritmo della consegna è aumentato notevolmente, in una stagione florida e generosa, quello che non è aumentato è la capacità oggettiva delle cantine a processare l’uva che viene consegnata. L’ingranaggio è quindi andato in tilt.”
Domanda: “Non si può quindi  scaricare la responsabilità su nessuno di questo fermo inaspettato?
Risposta: “ Assolutamente no. Chi vogliamo incolpare? Madre Natura che ci ha regalato uva in abbondanza? Le cantine che hanno delle tempistiche di lavorazione da rispettare al fine delbuon esito della lavorazione del vino?”
 
Domanda: “I viticoltori allora?”
Risposta:” Certo che no.I viticoltori sono coloro che si rompono la schiena tutto l’anno al fine di ottenere un prodotto di qualità, e i risultati lo dimostrano.Negli ultimi anni il Prosecco ha superato alla grande lo champagne Francese. Il merito va a tutto l'”esercito” che ha combattuto questa battaglia, ma i veri “soldati” in prima linea sono proprio loro, i viticoltori Veneti, con la loro dedizione e tenacia”
Domanda: “Mi può spiegare in parole semplici, come se dovessi raccontarlo alla mia bisnonna, come funziona il discorso “quota”. Se io sono autorizzato a portare in cantina 100 quintali di Prosecco e ne ho prodotti 200 viste le condizioni che abbiamo descritto sopra, cosa succederà a quei 100 quintali che ho prodotto in più?”
Risposta:” Purtroppo dovranno rimanere appesi dove sono. I calcoli sono fatti a circa 1 Euro al chilo. Un  ettaro può produrre al massimo il valore compreso tra i diciotto e i ventimila Euro. Tutto il surplus dell’uva non potrà essere consegnato, ma il guadagno è garantito. La cosa brutta di tutto questo è che all’agricoltore piange il cuore a vedere il frutto del suo lavoro marcire sulle viti, è un po’ come buttare via il pane. Tanto più che, l’anno scorso, a causa della gelata primaverile, molti viticoltori   hanno consegnato  o poco o niente.”
 
 
Domanda: “Non c’è niente che il viticoltore possa fare per limitare la quantità dell’uva prodotta in modo che non succeda quello che sta succedendo oggi?”
Risposta:”In teoria si. Si potrebbe fare una potatura più selettiva con il rischio però che in una stagione “magra” o funestata da episodi meteo sempre più difficili da interpretare o da prevedere, si rischia una perdita notevole. L’abilità del viticoltore sta proprio nel cercare di compensare questi imprevisti, e mi creda, non è per niente facile”
Domanda: “Lei è nell’imprenditoria vinicola da decenni; prima di lei la sua famiglia. Ha ricordi di una “serrata” così lunga nel passato?”
Risposta : “No…mai prima d’ora, quattro giorni? E’ la prima volta. Ci sono state chiusure di uno o due giorni nel passato,ma mai per un periodo così lungo.
 
Gli allarmismi comunque, al solito, non portano a niente, e creano solo confusione. Aspettiamo che passino queste novantasei ore , sperando che Madre Natura ci dia l’ultima mano con un meteo favorevole; poi riprenderemo a consegnare questi preziosi grappoli, che si trasformeranno in ottimo Prosecco da esportare, come ci richiede il mercato, in tutto il mondo.”
 
 
 Sappiamo  che anche quest’anno le bollicine del  Prosecco( che rimane un’eccellenza per il nostro territorio nazionale  e il Veneto in particolare) saranno garantite sulle tavole di tutto il pianeta, e scusatemi, non è poco. Val bene la pena di aspettare quattro giorni.
(foto articolo e interviste copyright pio dal cin)

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