Onore ai caduti

A Tezze di Piave c’e’ un cimitero Britannico..perche’?

in data ottobre 27, 2018

Sono questi i giorni in cui si decisero le sorti della Prima Guerra Mondiale, di cui quest’anno si celebra il centenario (1918-2018).

Dal 25 ottobre al 30 ottobre infurio’ la “Battaglia di Vittorio Veneto”. Alcune delle fasi piu’ importanti dell’offensiva anglo italiana furono combattute tra Tezze di Piave e Cimetta di Codogne” (Vedi calendario comunale mese di ottobre). In particolare la vecchia casa che si trova poco dopo la rotonda di Cimetta di Codogne’ (sulla sinistra procedendo verso Conegliano) era uno dei centri operativi nemici.(foto copyright pio dal cin  2018)
       La vecchia casa di Cimetta di Codogne’ centro operativo degli Austriaci nel 1918
Visibile ancora oggi un foro di proiettile 

 L’interno ancora ben conservato della vecchia casa

Da questo racconto tratto da Wikipedia sulla Battaglia di Vittorio Veneto si puo’capire l’importanza che i giovani soldati Inglesi abbiano avuto nello sfondamento delle linee nemiche. Ecco il perche’ del Cimitero Britannico a Tezze di Piave. Questo luogo merita una visita. Leggete le date sulle lapidi e vedrete che corrispondono a quanto riportato dalle cronache della battaglia.(25-26-27 ottobre 1918).

Erano ragazzi giovani come i nostri (600.000) che diedero la vita per garantire la liberta’ di cui oggi godiamo, a volte senza rendercene conto. Ogni anno vengo in questo luogo e penso “Mancavano solo pochi giorni al 4 novembre, e questi ragazzi trovarono la morte”. Forse dovremmo portare i nostri ragazzi a visitare il cimitero Britannico di Tezze di Piave,(assieme ovviamente a tutti i luoghi dove si svolse la Grande Guerra) per far loro capire meglio l’importanza del nostro territorio e soprattutto del valore immenso di chi ha dato la vita per garantire un futuro di pace

 

(https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Vittorio_Veneto#cite_note) da Wikipedia  ore 4:35 sabato 27 ottobre 2018…….Nel frattempo anche il 25 ottobre, sempre a causa della piena del Piave, le armate italiane destinate a effettuare il passaggio del fiume e sferrare l’attacco decisivo furono costrette a rimanere ferme e inattive in attesa dell’abbassamento del livello delle acque; tensione e preoccupazione erano diffuse tra i soldati e negli alti comandi. Nella notte del 26 ottobre invece buone notizie arrivarono dall’isola delle Grave di Papadopoli, dove i britannici della 10ª Armata sopraffecero il battaglione austriaco presente e occuparono saldamente tutto l’isolotto; attraverso nuove passerelle costruite sul Piave vennero trasportati sull’isola altri reparti britannici e italiani[58.

Anche il secondo giorno di battaglia si concluse con modesti risultati per gli italiani: erano state conquistate le posizioni del Monte Pertica e del Monte Valderòa e le truppe austro-ungariche erano state duramente impegnate, costringendo il generale von Goglia, comandante del “Gruppo Belluno”, a richiedere rinforzi per consolidare le difese, ma nel complesso l’alto comando dell’imperial regio Esercito poteva valutare con soddisfazione l’andamento dei combattimenti. Le truppe avevano opposto tenace resistenza, il morale dei reparti appariva più solido e anche le altre armate non ancora attaccate ritenevano di potere resiste

La posizione della 6ª Armata austro-ungarica diveniva sempre più precaria: questa era ormai separata dalla 5ª Armata a causa del profondo cuneo inserito dalle forze nemiche a nord del Piave, e le unità austriache del XXIV corpo inoltre rischiavano di essere tagliate fuori dall’avanzata del XVIII corpo e dalla contemporanea marcia dei reparti britannici di Cavan che erano già a nord del fiume Monticano[96]. La 10ª Armata anglo-italiana riuscì infatti a superare la resistenza di due divisioni austro-ungariche: alcune formazioni arrivarono al fiume e, sostenute da violenti attacchi di aerei italiani e britannici che scossero le difese, lo superarono alle ore 10:00 e costituirono una testa di ponte. Alcuni reparti austriaci si disgregarono, e fuggirono in disordine, altri rifiutarono di contrattaccare; una parte delle truppe britanniche alle ore 12:00 occuparono Cimetta mentre altri reparti avanzarono verso nord-ovest e minacciarono le retrovie del XVI corpo austro-ungarico[97].

A partire dalle ore 12:30 del 27 ottobre ebbe inizio anche l’operazione di attraversamento del Piave da parte della 10ª Armata del britannico Cavan; precedute dal fuoco dell’artiglieria italiana e dall’intervento anche dei cannoni delle batterie britanniche, il XIV corpo d’armata del generale Babington e l’XI corpo italiano del generale Paolini poterono passare, partendo dal villaggio di Salettuol sulla riva destra, prima sulle isole delle Grave di Papadopoli già conquistate in precedenza e quindi raggiunsero la riva sinistra. Nonostante la violenza della corrente e problemi tecnici, le truppe anglo-italiane riuscirono facilmente a prendere piede oltre il Piave, la resistenza nemica inizialmente fu debole. Subito dopo ebbe inizio l’attacco contro la linea principale: la 7ª Divisione britannica procedette in direzione di Borgo Malanotte contrastata da una divisione austro-ungarica, mentre più a sud la brigata Foggia e un reggimento bersaglieri marciarono con difficoltà, a causa del terreno paludoso e della resistenza nemica, fino a Roncadelle e Stabiuzzo. Le operazioni terminarono con successo: venne costituita una solida testa di ponte e vennero catturate alcune migliaia di prigionieri e circa quaranta cannoni

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