Il Presepe più bello del mondo. Un capolavoro di Arte e di Storia Veneta

Bibano il Presepe Capolavoro, Inno alla cultura contadina e alle tradizioni della nostra Terra

Se non vedrete il Presepe di Bibano quest’anno, vi sarete persi uno degli spettacoli più belli che si possano vedere in tutta la Marca Trevigiana. Un Presepe che non è come gli altri., e vi spiego perché.

SCENE RURALI E CONTADINE CHE CI RIPORTANO A TEMPI MIGLIORI

Anche se più duri. Le scene rappresentate in questo capolavoro,( perché altro aggettivo non renderebbe giustizia alla ricerca e alla dovizia di particolari, all’accuratezza con la quale è stato eseguito) ci riportano a un tempo non tanto lontano in termini di anni (inizio del Novecento)ma che sembra aver fermato il tempo in una capsula che ci permette di ritornare indietro ad assaporare quell’atmosfera familiare che è venuta a mancare con l’avvento di certe comodità come la TV gli elettrodomestici, e tutte le innovazioni che ci hanno portato a diventare tutti un po’ troppo digitali.

Questa scena mi riporta ad esempio alla mia infanzia. Sono nato nel 1956 e la cucina dove sono cresciuto assomigliava notevolmente a questa. Il tavolo di legno che serviva da supporto per i giochi e per fare i compiti. La “caliera” di rame appesa sotto il caminetto, dove si scaldava l’acqua per fare il bagno dentro alla tinozza di legno, a turno, oppure come in questo caso anche due alla volta, se il fratellino era abbastanza piccolo da poterla dividere. La nonna che lavora a maglia o all’uncinetto, il fuoco della stufa economica che, sempre accesa , era una fonte di calore e mezzo per cucinare delle ottime pietanze, in mancanza del moderno sistema di gas che alimenta le nostre cucine oggi. La stufa economica che serviva ad asciugare i panni bagnati oppure a cucinare della buona polenta che il giorno dopo andava riscaldata e consumata “brustolada” con dell’ottimo latte appena munto, antesignano dei moderni “corn flakes” ma sicuramente di una qualità superiore e di un gusto che ancora oggi sembra di sentire quando ne parlo.

Un’altra delle scene che ci aiutano a capire la semplicità nella quale si viveva é questa scena del barbiere all’interno della stalla. Notiamo la bicicletta con due cassettine di legno contenenti gli attrezzi del lavoro del barbiere che si accinge a far barba e capelli al “paron de casa”. In primo piano un fornello che serve a scaldare l’acqua per tagliare la barba con un rasoio così affilato che solo le mani esperte del “Figaro” di turno potevano permettersi di maneggiare. Mentre il taglio dei capelli va in scena, nel retro si intravede l’onnipresente nonnino con la pipa, attorniato dalle mucche e i vari attrezzi, le canne che serviranno per fare il “letto” alle vacche, e tanti altri piccoli particolari che rendono questo presepe un momumento alla nostra storia contadina.

La scena centrale non poteva che essere occupata dalla scena della Natività. E anche quì gli artisti che hanno realizzato questa meraviglia non hanno trascurato i minimi particolari. La scena della Natività si svolge in due tempi. Le porte della capanna si chiudono lentamente per aprirsi ad un’altra scena che rappresenta l’arrivo dei Re Magi.
DOVIZIA DEI PARTICOLARI E ACCURATEZZA ASSOLUTA NELLA REALIZZAZIONE DELLE FIGURE, DELLE SCENE E DEL CONTESTO GENERALE
La scena della Natività è inserita nel contesto di un paese di campagna coperto abbondantemente dalla neve.A sinistra una fontana ben disegnata nei particolari fa da cornice alla scena che si apre dietro con delle figure ed un bambino che scende con uno slittino. Grandioso il senso della profondità, che porta l’occhio fino alla piazza che chiude il quadretto con case e palazzi che richiamano un’architettura di stile prettamente Veneziano. La parte destra dell’entrata a questa scena è occupata da tre figure. Una donna e due uomini che chiacchierano amichevolmente tra gli animali da cortile e un gattone seduto comodamente sulla finestra
Quello che lo rende unico e meritevole di una visita accurata è proprio questo accostamento alla vita rurale, a quel sapore di antico al quale questo Presepe ci riporta. Solitamente le ambientazioni vengono fatte in Terra Santa, dove il lieto evento della nascita di Gesù avvenne. L’idea di trasportarlo in un epoca a noi vicina e ingrandire, come sotto una lente alcune scene di vita quotidiana di allora, lo rendono ancor più interessante e ci lascia a bocca aperta, se solo abbiamo la pazienza e la voglia di osservare anche i minimi particolari, come il calendario di “Bepo Gobo” appeso ad una delle porte (cercatelo), o l’immagine di A. Antonio Abate (cercatelo).
Il Presepe continua a stupirci con l’officina del falegname

   E il parroco con i due chierichetti

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