E’ tornato alla casa del Padre Don Battista Barbaresco.Buon Pastore con il senso dell’umorismo. “Miracolo” del Beato Toniolo

LE ORIGINI, LA FAMIGLIA,I PRIMI ANNI

Nato a Codognè da Domenico di Pietro ed Elisa Corte di Luigi il 29 dicembre del 1932 . Don Battista viene battezzato il 6 gennaio . Entra in seminario nell’ottobre del 1945 a tredici anni non senza qualche difficoltà La prima è economica, in quanto mantenere agli studi un figlio con una famiglia che ne conta dodici non dev’essere stata una passeggiata per papà Domenico e Mamma Elisa.

Don Battista Barbaresco(prima fila a sinistra) con i suoi 12 fratelli

I due genitori, animati da una fede profonda, davanti alla vocazione del figlio non oppongono alcuna riserva, con la consapevolezza che, se il Buon Dio gli ha dato questa ispirazione, lo aiuterà a portare a compimento il suo percorso. Non sono solo le difficoltà economiche ad ostacolare don Battista, gli iscritti alla prima classe del Seminario erano già 54 e non si ritiene ammetterne altri. La famiglia Barbaresco abitava in zona Palù che era aggregata alla parrocchia di Roverbasso, dove era parroco Don Paolo Meneghello (parrocchia istituita nel 1943). Don Paolo aveva qualche difficoltà a presentare il ragazzo che di fatto non conosceva in quanto la famiglia Barbaresco continuava, come da sempre a frequentare la vecchia parrocchia di Codognè. Se queste due difficoltà non bastassero ( e questo dimostra che le vie del Signore sono veramente infinite) don Battista non riesce a superare l’esame di ammissione che gli viene chiesto di fare presso il Collegio Balbi Valier di Pieve di Soligo. Davanti a tanti ostacoli, al giovane Battista viene suggerito dalla madre di andare a pregare sulla tomba del venerabile Giuseppe Toniolo a Pieve. Lui ascolta le parole della mamma e lo fa, con grande devozione, prima di presentarsi al colloquio decisivo con il rettore del Seminario Vescovile di Vittorio Veneto, mons. Zoppas che gli dice“Per l’esame non superato chiudiamo un occhio,per il numero di alunni ne chiudiamo due, per la presentazione del parroco di Roverbasso, ti raccomando, quando tornerai a casa nel periodo di vacanza, di andare a Messa nella tua parrocchia”

GRAZIE AL BEATO TONIOLO

Don Battista è certo, e lo racconterà spesso ai conoscenti e agli amici che fu l’intervento del Beato Toniolo ad aprirgli le porte del Seminario, Oggi che è ritornato alla Casa del Padre, ripercorrendo la storia della sua vita non c’è ombra di dubbio. Inizia così il cammino del giovane Battista verso il sacerdozio, ma problemi sembrano non essere finiti. Finita la terza media, i fabbricieri della parrocchia di Roverbasso, constatando l’assenza del giovane dalle funzioni, si rifiutano di versare il contributo parrocchiale per il giovane seminarista e convincono il parroco a scrivere una lettera ai genitori per comunicare loro l’impossibilità di iscrivere il figlio alla classe successiva, senza fornire ulteriori spiegazioni. Su consiglio del parroco di Codognè, il giovane si presenta ugualmente in Seminario alla vigilia della ripresa delle lezioni. Il colloquio con il rettore ed il vice rettore permette di chiarire la situazione e così egli può iniziare il Ginnasio. Sono anni in cui Battista si fa voler bene da tutti, compagni di classe e insegnanti,per il suo buonumore ed il suo spiccato senso dell’umorismo che lo accompagneranno per tutta la vita come uno dei suoi tratti caratteristici più importanti, assieme all’umiltà e alla bontà d’animo che tutti coloro che lo hanno conosciuto gli hanno reputato.

LA MALATTIA

Nel 1953, anno in cui vengono ripristinati gli antichi confini della parrocchia di Codognè, il chierico Battista si ammala ma non si riesce a diagnosticare subito la polmonite acuta complicata in seguito da setticemia. In poco tempo perde 30 chili di peso ed è ormai in punto di morte. Viene ricoverato il 29 gennaio, ma il primario dell’ospedale, dopo averlo visitato, invia superiori e familiari a rassegnarsi al peggio. La mamma, da sempre devota alla Madonna di Lourdes prega per la vita del suo amato figlio. Poco dopo la perizia e la scrupolosità di un radiologo riescono a individuare con precisione il focolaio dell’infezione.L’intervento successivo al polmone da esito positivo e il giorno della festa della Madonna di Lourdes il giovane Battista viene dimesso dall’ospedale. Tutte queste “coincidenze” possono passare inosservate a un non credente. Per don Battista invece sono certezze e conferme di un disegno Divino e di una speciale protezione da parte della Madonna di Lourdes alla quale rimarrà devoto per tutta la vita compiendo numerosi viaggi in pellegrinaggio alla Grotta, tanto che il 1 febbraio 1993 gli verrà conferito il titolo dal vescovo di Lourdes di “Cappellano Onorario di Nostra Signora di Lourdes”. La nomina, anticipatagli con un telegramma da Don Decio Cipollini, assistente nazionale dell’UNITALSI, gli verrà conferita personalmente dal vescovo di Vittorio Veneto mons. Eugenio Ravignani, il 6 giugno del 1993 nella Basilica di S.Maria di Follina.

IL PERCORSO DI SACERDOTE E LE PARROCCHIE

Nel 1969 vene assegnato alla parrocchia di FALZE’ DI PIAVE dove rimane per sei mesi.

Nel 1970. l’11 gennaio, giorno di gran freddo e di pioggia intensa, fa il suo ingresso a SARONE come parroco, dove rimane fino al 30 maggio 1982 quando l’allora vescovo mons. Cunial gli assegna la parrocchia di BIBANO resa vacante dalla scomparsa di Don Dionisio Ragazzon, il 9 aprile durante la processione del Venerdì Santo. Qui trova una grande accoglienza da parte dei parrocchiani, sempre pronti a sostenerlo nelle sue numerose iniziative. Tra le opere parrocchiali da lui intraprese, i suoi fedeli ricordano il 9 novembre del 1985 la consacrazione della chiesa parrocchiale a San Martino Vescovo da parte di mons. Eugenio Ravignani vescovo di Vittorio Veneto.

Nel novembre del 1998 una brutta influenza compromette per sempre il suo udito e lo costringe con grande sofferenza d’animo a lasciare la sua amatissima parrocchia di BIBANO. Da BIBANO infatti proveniva la nonna che lui amava tanto, Teresa Buoro in Barbaresco, conosciuta come donna di grande fede e per le sue virtù eroiche.

Nel giorno del Santo Natale del 1998 il vescovo di Vittorio Veneto mons. Alfredo Magarotto, ha voluto onorare don Battista con la nomina di Canonico della Cattedrale di Vittorio Veneto con il titolo di Monsignore.

LA PERSONALITA’ IL CARATTERE, L’UOMO DEL SORRISO

Le coincidenze sono il modo di Dio per rendersi anonimo” (Albert Einstein)

Chi ha avuto la fortuna di conoscere don Battista sa benissimo che la sua caratteristica principale era quella di avere sempre un sorriso sulle labbra. Con il suo sorridere trasmetteva quella tranquillità d’animo e quel senso di pace che erano le altre componenti del suo carattere. Il percorso che ha seguito per arrivare al traguardo tanto agognato del sacerdozio è stato difficile e pieno di difficoltà, ma le “Coincidenze” che per un fervido credente come lui altro non erano che piccoli grandi aiuti Celesti al fine di coronare un sogno. Il sogno di don Battista era quello di portare il Vangelo nel cuore dei suoi fedeli e di far conoscere l’amore per Maria, alla quale era profondamente legato dalla devozione trasmessagli da mamma Elisa che lo accompagnerà fino al giorno del suo ritorno al Padre, nel mese dedicato alla Madonna del Rosario, mentre a Codognè, suo paese natale si celebra in questi giorni proprio la festa della Madonna del Rosario. Un’altra “Coincidenza” di cui è costellata la sua vita. Una semplice coincidenza per i non credenti ma per l’uomo di fede ed il Buon Pastore che è stato don Battista, sicuramente un ABBRACCIO della Madre Celeste che oggi lo accoglie assieme alla sua mamma terrena nel Paradiso dei Giusti. (riproduzione riservata@piodalcin copyright)

2 Comments

  1. Approvo senza riserva A Einstein, visto che ho avuto anch’io parecchie (coincidenze). Lasciare questa tenda fa paura a tutti ma coloro che credono sanno che dopo la pace quando Gesu’ ritornera nella Gloria del Padre risuscetera’ i morti salvati prima di portare con se i vivi che sono salvi per fede e opere. Perche’ la fede e’ dimostrata dalle opere pur essendo salvati per Grazia. Saluti

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  2. Egregio signor Dal Cin, siccome il suo blog si apre con un invito a cogliere la verità, mi sono decisa a scriverle.
    Per amore di detta verità sarebbe opportuno che lei segnalasse che le notizie che qui riporta sono copiate, quasi parola per parola, da un libro da me scritto e pubblicato per i tipi di De Bastiani editore nel 2005: San Martino di Bibano: origini, vicende, protagonisti, alle pagine 134-137, dedicato alla storia della parrocchia di Bibano e ai suoi parroci.
    Desidero aggiungere che le varie notizie da me riportate nella pubblicazione sopra citata, oltre che su fonti di archivio, si basano su informazioni che mi sono state comunicate direttamente da don Battista, parroco con cui ho a lungo collaborato, nel corso di alcune conversazioni che abbiamo avuto.
    Sono quindi fiduciosa che lei vorrà inserire i corretti riferimenti bibliografici alla fine del suo testo, dove, per altro, la dicitura “riproduzione riservata” suona davvero inappropriata visto che non si tratta di materiale prodotto da lei (i testi almeno). La saluto cordialmente
    Anna Menegaldo

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