Conte firma il decreto.Chiuse 14 province tra Piemonte Lombardia Veneto ed Emilia Romagna e Marche.

LA CONFERENZA STAMPA DEL PREMIER CONTE SUL DECRETO APPENA FIRMATO

Ieri sera la bozza che girava dopo le 21 sembrava quasi uno scherzo. Una fuga di notizie che fino a tarda notte non trovava riscontro oggettivo. Nessun segnale, conferma o smentite ufficiali mentre si cercava di capire come mai una bozza abbia potuto sfuggire ad ogni controllo e sia riuscita ad arrivare prima ai social che ai sindaci, che subissati di chiamate e messaggi dai cittadini, invitavano alla calma, cercando di capire se il “decreto” fosse veramente tale o se la bozza fosse una specie di scherzo di carnevale in ritardo.

LA CONFERMA E LA FIRMA DEL DECRETO

Stamattina presto, la doccia fredda. il volto del premier CONTE su tutte le emittenti delle NEWS che annuncia la firma del decreto che di fatto blinda 14 province del PIEMONTE, LOMBARDIA, VENETO, EMILIA ROMAGNA, MARCHE.

SOSPENSIONI E DIVIETI

Tra le province ovviamente sono incluse TREVISO PADOVA E VENEZIA. Sara’ quindi impossibile muoversi, non sono tra PROVINCIA E PROVINCIA ma anche all’interno delle province stesse. “Se non per comprovati motivi di salute o di lavoro” . Sara’ quindi impossibile spostarsi per esempio all’interno della provincia di Treviso e di tutte le altre province che sono incluse nella zona rossa stabilita dal decreto firmato da Giuseppe Conte nella notte.

I sindaci, in prima linea fin dall’inizio dell’emergenza. Sono loro, i primi cittadini a dover fare da tramite e tradurre ai loro concittadini quello che il decreto CONTE significa in termini concreti. E’ di poco fa un post del sindaco di GAIARINE Diego Zanchetta che invita i cittadini a rimanere calmi mentre, spiega, il governatore LUCA ZAIA sta cercando di negoziare con il governo alcuni ritocchi evventuali a un decreto che di fatto blinda tutti all’interno dei propri confini comunali

Diego Zanchetta ha condiviso un post.

Amministratore · AdessoComune di Gaiarine6 min

Buongiorno a tutti. Il nuovo DPCM è stato firmato; il Governatore Zaia ha fatto pervenire delle controdeduzioni in tema sanitario, nel nostro piccolo stiamo chiedendo delucidazioni in merito a diverse problematiche ulteriori per i comuni a confine. Vi invito a tenere la calma, vi aggiorno in diretta (magari, come già successo, alcune cose le si sanno prima dai media, più o meno vere, io vi aggiorno solo su cose che sono validate ovviamente). Aspettiamo di avere chiarezza su qualche punto oscuro ancora.
So di avere una comunità formata da persone serie e responsabili; tutti assieme supereremo anche questo momento, ne sono certo.
Grazie per la comprensione
Diego Zanchetta

Al di la’ di ogni considerazione, rimane il fatto (grave) che la bozza sia arrivata prima ai social che ai sindaci, creando panico e confusione tra la gente. Se il compito del giornalista e’ quello di informare,quello di chi ci governa e’ soprattutto mantenere la calma e non scatenare isterismi o paure tra i cittadini. Era andato tutto bene finora. Eravamo abituati a vedere il governatore del Veneto, Luca Zaia ogni ad ogni collegamento su Antenna Tre. Con chiarezza ci descriveva in dettaglio la situazione e ad un primo momento (due settimane fa) di incertezza su cosa realmente stesse accadendo, era subentrato un senso di tranquillita’. Ci stavamo abituando a seguire le norme che ogni giorno ci venivano ripetute, come quella di lavarsi le mani, mantenere una distanza minima di un metro, di non toccarsi naso e bocca e di evitare affollamenti non necessari.

LA DOCCIA FREDDA

Ieri sera, verso le 21 circolava la “voce” di una bozza di decreto non ancora firmata dal premier Conte (che peraltro non si e’ fatto ne vedere ne sentire fino a tarda notte per smentire o per confermare quanto stava accadendo). I sindaci subissati di messaggi e di domande da parte di cittadini che volevano sapere cosa dovevano fare, se potevano partire, rientrare, se la storia che circolava fosse piu’ o meno vera. Solo stamattina con il video che vedete all’inizio del post, il premier ha confermato le misure restrittive atte a limitare gli spostamenti all’interno delle nuove ZONE ROSSE, tra le quali la nostra provincia di TREVISO, assieme a PADOVA e VENEZIA.

“Dobbiamo aderire a queste norme, per tutelare la nostra salute, senza fare i furbi. D’ora in poi, le persone con 37.5 di febbre e’ bene che rimangano a casa e contattino il medico curante. Coloro che sono soggetti a quarantena hanno il divieto assoluto di muoversi da casa. – Ha detto CONTE- Abbiamo scelto di muoverci con fermezza. Contenere il contagio ed evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere sono le nostre priorita”

Conte: chiusi cinema e teatri in tutta Italia

“Sono sospese manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali, in qualsiasi luogo, pubblico o privato. È sospesa

l’apertura dei musei”.

Il divieto di spostamento in Lombardia e in 14 province

Ci sarà una zona con regole più rigorose che riguarderà l’intera Lombardia e poi le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Qui fino al 3 aprile – per fare solo due esempi – saranno limitati i movimenti, per e dall’esterno e all’interno della zona. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Chi ha 37,5 di febbre è invitato a restare a casa. I bar e i ristoranti dovranno chiudere alle 18 e per il resto della giornata garantire distanze di almeno un metro. Chiusi gli impianti sciistici. Sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi. Il divieto di lasciare la propria abitazione è assoluto se si è in quarantena.

Quando ci si potrà muovere

Conte ha spiegato che il divieto di spostamento non è un “assoluto”, e che “non si ferma tutto”, non si bloccano treni e aerei: sarà possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrà fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando in territori dove la crescita dei casi di contagio porta il governo a disporre misure mai così restrittive.

Le misure previste per tutta Italia

Nel dpcm finale ce ne sono anche alcune generalizzate per tutta Italia, tra cui lo stop a pub, discoteche, sale gioco e manifestazioni di cinema e teatro. Restano sospese fino al 15 marzo le lezioni in tutta Italia. Sono sospesi congressi, meeting ed eventi in cui è coinvolto il personale sanitario. Sospesa anche l’apertura dei musei. Vengono sospesi anche gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Rimane consentito lo sport professionistico e di atleti di categoria assoluta, ma a porte chiuse e con tutti i controlli del caso per gli atleti. Chi è in quarantena ha il divieto assoluto di uscire.

Cosa è previsto per ristoranti, bar e negozi

Se in Lombardia e nelle altre 14 province, bar e ristoranti dovranno chiudere alle 18, nel resto d’Italia i gestori non avranno obblighi sugli orari ma dovranno far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. Negli altri esercizi commerciali, il gestore dovra’ evitare assembramenti e garantire anche in questo caso la distanza di un metro tra le persone.

Cosa è previsto per scuole e università

Resta la sospensione fino al 15 marzo dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, anche regionali, master, università per anziani, e corsi svolti dalle scuole guida, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza. Restano sospesi viaggi d’istruzione, gemellaggi, visite guidate e uscite didattiche. 

Le regole negli ospedali

Vietato agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso, salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto. L’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione.

Smart working, congedi e ferie

Il dpcm suggerisce la modalità di lavoro agile, come lo smart working, per ogni rapporto di lavoro subordinato e raccomanda ai datori di lavoro di favorire la fruizione di periodi di congedo ordinario o di ferie.

Cosa è previsto per gli istituti penitenziari

Viene garantito al Ministero della giustizia idoneo supporto per il contenimento della diffusione del contagio del COVID-19 con controlli sui nuovi ingressi negli istituti penitenziari e negli istituti penali per minorenni. I casi sintomatici dei nuovi ingressi sono posti in condizione di isolamento dagli altri detenuti, raccomandando di valutare la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare. I colloqui visivi si svolgono in modalità telefonica o video, anche in deroga alla durata attualmente prevista dalle disposizioni vigenti. In casi eccezionali può essere autorizzato il colloquio personale, a condizione che si garantisca in modo assoluto una distanza pari a due metri, Si raccomanda di limitare i permessi e la libertà vigilata o di modificare i relativi regimi in modo da evitare l’uscita e il rientro dalle carceri, valutando la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare.

Sospese cerimonie civili e religiose

L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri.

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