
La chiesa di S. Pietro di Feletto risale al secolo VIII . Alcuni frammenti e geometrie a nastro la fanno risalire a quel tempo.Navata unica, abside semicircolare era all’origine così molto probabilmente come erano probabili delle fondamenta su cui farla appoggiare. Alcuni mattoni ritrovati avevano il bollo romano. Pur non essendo collocata nelle allora vie di comunicazione principale, la sua posizione di osservazione dall’alto del colle non è passata inosservata agli antichi che l’hanno probabilmente usata a scopo militare avendo la possibilità di dominare dall’alto un vasto territorio .
Luogo di importante aggregazione per tutti gli abitanti
Il titolo di “Pieve” (ecclesia plebis) dimostra l’importanza che nell’antichità la chiesa aveva nel ruolo di coordinamento territoriale del Feletto. Unico Battistero (ecclesia baptismalis) nella zona collinare , quindi un punto di riferimento per ricevere i sacramenti e le celebrazioni liturgiche, oltre che all’istruzione al catechismo per tutta la zona collinare e agli inizi anche per Conegliano, fino a quando un ruolo importante verrà più avanti attribuito a S.Leonardo che avrà la sua pieve con l’arrivo dei Franchi.
La costruzione odierna ci riporta al 1124, anno in cui si ha il primo documento indiretto che parla della chiesa attraverso il nome del “Pievano”. La struttura è Romanica con l’impianto basilicale a tre navate con tre absidi, la più grande delle quali coincide con quella costruita in tempo Longobardo. L’orientamento Est-Ovest che forse, derivando dalla concezione dell’Alfa e dell’Omega (inizio e fine) concepiva l’Est come il luogo dell’inizio (e qui, all’interno ad est, si trova collocato il Cristo Pantocrator) e dell’illuminazione (comune anche ad altre religioni) e l’Ovest come il tramonto, la fine, il completamento della vita. Infatti Gesù aveva come simbolo il Sole (Sol justitiae, Sol invictus, Sol salutis) e la direzione est era simbolizzata dalla croce, simbolo della vittoria.Nel Medioevo le chiese erano generalmente progettate a forma di croce, generalmente latina, con l’abside orientato ad est. L’ingresso principale era quindi posizionato sul lato occidentale, in corrispondenza dei piedi della croce in modo che i fedeli entrati nell’edificio camminassero verso oriente simboleggiando l’ascesa di Cristo.
L’ampio porticato nella facciata ovest da dove si entra dalla porta principale, è uno degli elementi che caratterizzano dal punto di vista architettonico la chiesa. Nelle immediate vicinanze si trovavano allora i cimiteri, fatti spostare da un decreto napoleonico che li considerava non consoni alla salute.
Sulla costruzione del portico esistono dei dubbi che lo collocherebbero ad una età sucessiva a quelli di S.Michele di Feletto e di S. Leonardo a Conegliano. Si pensa che una struttura più piccola esistesse già tra il XII e il XIII secolo. Gli affreschi che si trovano sulla facciata risultano in qualche modo disturbati dalle travature presenti oggi e sembra impossibile che gli artisti che li hanno realizzati si siano improvvisati contorsionisti e abbiano scelto di inserire le loro opere (come palese nel Cristo della Domenica) tra le travature che tagliano in due la figura stessa. Chiunque abbia a che fare con le arti visive, allora come oggi non avrebbe mai accettato un compromesso del genere che disturba molto la visione totale del rettangolo entro il quale è rappresentata la più singolare figura del Cristo di tutto il Veneto. (FINE DELLA PRIMA PUNTATA)