Francesco Benazzi, un esempio di umiltà ed efficienza in prima linea

GODEGA -Il direttore dell’Usll 2 dott. Francesco Benazzi compila l’anamnesi a un paziente

La Pandemia che ci ha segnati in questo ultimo anno ci ha fatto conoscere aspetti della nostra vita che pensavamo non aver riscoperto mai. Tutto quello che davamo per scontato, anche il solo poter abbracciare qualcuno che ci sta caro, ritrovarsi insieme per un  aperitivo e due chiacchiere, un pranzo tra amici, una cena con la persona amata. Cose che oggi ci sembrano importanti e irraggiungibili alle quali guardiamo con una certa nostalgia, sperando che tutto ritorni alla normalità quanto prima. Oltre alle cose, abbiamo interagito con altre persone. Anche queste,note o meno note, conosciute da sempre o solo “grazie” alla pandemia. Il lavoro di giornalista mi ha permesso di muovermi e di documentare, sia con le foto che con la scrittura degli articoli che pubblico quotidianamente, i fatti salienti di questa guerra silenziosa che ci sta mettendo alla prova in molti modi. Una delle persone che ho avuto l’onore di conoscere è sicuramente il direttore Francesco Benazzi direttore generale dell’Ulss 2 confermato dal governatore Luca Zaia alla guida dell’azienda lo scorso 26 febbraio. 

IL governatore Luca Zaia con il dottor Francesco Benazzi ieri a Godega

Uomo di poche parole e di molti fatti. Ieri in occasione dell’inaugurazione del nuovo sistema vaccinale che prevedeva il flusso dei prenotati collegandoli al mese di nascita pensato e voluto da Zaia, a Godega, il direttore era seduto in una delle postazioni dove altri medici come lui stavano aiutando gli anziani del 1936, convocati per l’occasione, a compilare i foglio dell’anamnesi che avrebbe poi dato le indicazioni su quale dei due vaccini inoculare ad ogni paziente a seconda della loro storia medica e delle loro patologie. “I giovani non hanno bisogno di sermoni. I giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo” Scriveva il presidente più amato dagli italiani Sandro pertini. Mi ha colpito molto vedere il direttore Benazzi seduto in quella postazione con grandissima umiltà a compilare moduli, mentre i giornalisti cercavano di “strapparlo” dalla sedia per un’intervista. In una guerra ci sono diverse sfumature e occasioni in cui un uomo si può riconoscere. Chi combatte in prima linea, chi ha perduto la vita per salvare quella altrui per esempio. Vengono giustamente  ricordati come “Eroi”, ed il pensiero non può che andare ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari che in questo lunghissimo e tragico anno hanno scelto di svolgere il loro compito al quale si sono votati con i giuramento di Ippocrate. Molti di loro hanno perduto il loro bene più prezioso, la vita, per salvare quella di sconosciuti che in quel momento avevano bisogno di loro.In una guerra purtropo ci sono anche i vigliacchi, e sono coloro che pur essendo chiamati a svolgere il loro ruolo, qualsiasi esso sia, preferiscono “marcar visita” e nascondersi aspettando che il pericolo passi, e che sia salva la loro vita. Francesco Benazzi non è un eroe, e nemmeno un vigliacco, è “semplicemente” un leader che da l’esempio facendo quello che è più necessario in un dato momento, e non è per niente scontato in un mondo dove apparire sembra la parola d’ordine. Solo questo mi sembrava doveroso e giusto scrivere oggi pensando a questo medico che da un più di un anno si sta spendendo quotidianamente per far fronte alla più grande emergenza sanitaria del secolo. Un motivo per meditare su quello che ognuno di noi può fare e dovrebbe fare nel ruolo in cui la vita lo ha designato, al meglio, con serietà e umiltà, con lo spirito di servizio per fronteggiare insieme, aiutando i più deboli, questa guerra che prima o poi finirà, con l’aiuto di chi avrà deciso di non nascondere la testa sotto la sabbia sperando che tutto finisca presto. I più grandi cambiamenti della Storia sono successi grazie a singole persone, che hanno accettato la sfida con coraggio e abnegazione, servendo da esempio.Oggi mi sento in dovere di ringraziare il dott Francesco Benazzi, direttore dell’Ulss 2  per avermi insegnato una grande lezione di vita.

Luca Zaia e Francesco Benazzi con i ragazzi addetti all’accettazione ieri a Godega

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