FREGONA- PIERA DOLZA’ una pietra associata alle Grotte del Caglieron. E’qui infatti che gli scalpellini hanno estratto per secoli questa pietra facilmente lavorabile che e’ diventata uno dei materiali di costruzione piu’ diffuso del territorio. Bastera’ osservare il campanile di Fregona, costruto con la Piera Dolza nella sua originale integrita’, oppure basta guardarsi intorno in piazza Duomo a Vittorio Veneto oltre che alle numerose costruzioni residenziali che sono state costruite utilizzandola in grande quantita’ specie a fine Ottocento, inizio Novecento. Non tutti sanno che le famose GROTTE DEL CAGLIERON non sono grotte naturali, bensi’ il frutto dell’estrazione da parte degli scalpellini. Quest’arte fonda la sua storia nella notte dei tempi (sembra originata nell’Antico Egitto). Durante la visita alle GROTTE DEL CAGLIERON potrete visitare il “Borgo dello scalpellino” dove lo scultore artista MIRTO vi mostrera’ tutti gli strumenti che venivano usati sia per l’estrazione che per la lavorazione della PIERA DOLZA.
Il due aprile segna la fine della torchiatura di un vino che da sempre rappresenta una delle punte di diamante del nostro territorio, il Torchiato di Fregona Docg Piera Dolza. E’ il prodotto di tre uve: il Glera, il Verdiso, il Boschera che si coltivano nel territorio di Fregona e tra le colline di Sarmede e Cappella Maggiore. La produzione si spalma su un totale di quindici ettari. Fino al 2012, anno della costituzione della Cantina Produttori Fregona, la produzione di questo “nettare degli dei” era lasciata ai singoli produttori. Oggi grazie ai contributi della Regione Veneto, della Provincia di Treviso e del Comune di Fregona, ai quali si sono uniti i sette soci: Francesco Tomasi, De Zan Egidio,Pizzol Mariano,Da Fre Michele, Dell’Antonia Claudio Uliana Emanuele e Alessandro Salatin, il Torchiato di Fregona Piera Dolza sta vivendo una nuova stagione di riscoperta e di rivalutazione, non solo localmente ma su tutto il territorio nazionale. :”Il Covid purtroppo ha fermato le vendite ai ristoranti e a tutto l’indotto legato alla gastronomia e ci ha penalizzati lasciando spazio solo alle vendite online- Dichiara Alessandro Salatin, presidente della cantina – Siamo pronti a ripartire quando tutto tornerà alla normalità, ci auguriamo che il Torchiato di Fregona ritorni ad essere ricercato e stimato come lo e’ stato dal 1500, anno in cui abbiamo i primi riscontri della produzione.’ E’ il microclima di queste colline favorisce la maturazione ideale delle uve, questo grazie alle correnti ascensionali che salendo verso il Cansiglio riescono a togliere l’umidità’ garantendo la squisitezza e la peculiarità’ che e’ valsa al; Torchiato numerosi riconoscimenti e premi .

UN VINO UNICO AL MONDO GRAZIE AL MICROCLIMA E ALLA PARTICOLARE CURA DELLE SUA LAVORAZIONE
Un vino che viene vendemmiato con una cura estrema, quasi maniacale: “Ogni grappolo, ogni chicco deve essere controllato e ricontrollato – Spiega Salatin- Non possiamo rischiare che un acino non perfetto possa compromettere gli altri. E’ un processo lungo e meticoloso da cui non possiamo prescindere e che garantisce la qualità’ dei nostri vini”
Grappolo per grappolo, cogliendo da ogni filare solo quelli giunti a giusta maturazione, l’uva viene accuratamente selezionata sulla pianta ed adagiata con delicatezza in un unico strato in cassette o graticci per il successivo processo di appassimento. Terminata la fase dell’appassimento che dura minimo 180 gg, l’uva viene “diraspata” e quindi torchiata per tre volte La terza torchiatura produce poche gocce che piano a piano conferiscono il tocco di classe a questo meraviglioso vino che non e’ solo vino da dessert come erroneamente si potrebbe pensare data la sua dolcezza e il suo altissimo grado tra il 15% e il 16%, ma si adatta benissimo all’abbinamento con gli ottimi formaggi locali. Questa procedura antichissima e molto semplice, per ottenere un prodotto di qualità, dev’essere seguita con estremo rigore e pignoleria, nel rispetto del territorio e del vino, senza interventi chimici esterni, sfruttando le stagioni e l’esperienza del produttore. Se la definizione di prodotto “naturale” può essere estesa a tutti i vini, niente di più vero ed appropriato può dirsi del Torchiato di Fregona DOCG. Per tradizione, il 2 agosto (la festa dei omi) e’ il giorno storico in cui tutti i produttori si trovavano nel borgo di Col di Osigo per confrontarsi, attorno allo storico torchio, simbolo e custode di una tradizione centenaria che non vuole assolutamente morire.
E’ solo grazie alla caparbietà’ e al grande amore per il territorio di coloro che non hanno mai abbandonato questa coltivazione unica in Italia,, che il Torchiato di Fregona riesce a sopravvivere. La ripartenza dipende da molti fattori e non ultimo l’interesse di chi ama il territorio e le sue eccellenze, che vanno aiutate e tutelate a 360 gradi perché’ sono queste le imprese e le forze che fanno del Veneto una fucina di idee nuove, di tradizioni e di storie che vanno protette e tramandate alle future generazioni. Perdere un’eccellenza di questo genere sarebbe come cancellare con un colpo di spugna una peculiarita’, una realta’ che ci appartiene da secoli e che il tempo non deve cancellare. L’appello e’ quindi rivolto a tutte le istituzioni del territorio preposte a questo scopo in modo che si avvii una campagna di conoscenza, di riconoscenza e di tutela, oltre che di promozione di questo fantastico nettare degli dei. I nostri antenati, tenevano gelosamente custodito in camera il Torchiato di Fregona per poi utilizzarlo in occasioni di grande rilievo come un battyesimo, una cresima, un matrimonio, o piu’ semplicemente per offrirlo in caso di una visita importante rappresentata dal parroco, dal medico, dal sindaco o da qualche “vip” di allora. (pio dal cin – copyright foto 2021 – e articolo. riproduzione anche parziale vietata)