Codogne’ – L’odissea di otto donne ucraine arrivate qui dopo un viaggio di 5 giorni

La piu’ piccola ha 10 anni, la più anziana 76. Sono le otto donne arrivate nella tarda  serata di mercoledi’ a Codogne’ da Kiev, dopo un viaggio durato cinque giorni tra mille difficolta’ e con il cuore gonfio per aver dovuto lasciare padri, fratelli, mariti a combattere per la liberta’ del loro paese. Due di loro hanno portato con se anche i loro cagnolini di piccolissima taglia.Il viaggio della speranza di queste donne, visibilmente stanche, provate e con i nervi a pezzi, e’ stato possibile solo grazie all’interessamento di Dima Bova, il dirigente d’azienda arrivato nel paese della mela cotogna due settimane fa con la famiglia, la Caritas , la famiglia che ha deciso di aprire loro le porte di casa e il sindaco di Codogne’ Lisa Tommasella che ha coordinato la parte burocratico- logistica assieme alla protezione civile di Conegliano dove le donne sono giunte a bordo di un pullmino.

Dovevano inizialmente sottoporsi ai tamponi per stabilire o no la positivita’ al covid ma il centro della Zoppas Arena nel pomeriggio non fornisce il servizio. Le donne sono state accompagnate dalla protezione civile nella mattinata di giovedi’ a Conegliano per sottoporsi al test. In seguito dovranno ottemperare alla regola di isolamento preventivo di cinque giorni, dopodiche’, se risultassero negative al secondo tampone potranno muoversi e cercare di tornare a una possibile “normalita’”.

Al loro arrivo a Codogne’ mercoledi’ ad attenderle assieme al primo cittadino c’erano alcuni volontari della Caritas tra le quali Rita Zanette, responsabile della Caritas foraniale: “Abbiamo ricevuto da una famiglia locale ad ospitare 8 persone. Ci siamo subito attivati per renderla accogliente il piu’ possibile. Si tratta di una costruzione recentemente restaurata con tre stanze che potranno ospitare le otto donne”  Lisa Tommasella, sindaco di Codogne’ ha fatto sapere che:” Abbiamo ricevuto una donazione  da una persona del paese , che vuole conservare l’anonimato, che useremo per garantire alle donne ucraine il minimo indispensabile per tornare ad una vita normale; cibo vestiti e quanto possa essere loro utile- Le ho viste molto provate; nei loro occhi e nelle loro lacrime c’era tutto l’orrore dui questa guerra assurda” La famiglia che li ha accolti, in via Vittorio Veneto preferisce rimanere anonima: “Abbiamo contattato la Caritas per comunicare loro che c’era la disponibilita’ di una casa appena restaurata, con l’entrata e locali indipendenti dalla nostra. Ci hanno prospettato di poterne sistemare otto donne e abbiamo accettato.Speriamo che possano trovare un po di pace in questi giorni”. Mentre aspettavano di entrare in casa sopra le loro teste passavano alcuni caccia della vicina base Nato di Aviano. Hanno tutte alzato gli occhi al cielo impaurite. :”Negli ultimi giorni questo rumore per loro significava che stavano sganciando delle bombe- Ha spiegato Dima Bova- Finalmente grazie alla gente di Codogne’ ai Veneti agli italiani potranno vivere in pace, con il pensiero alle case che hanno lasciato e ai loro uomini in prima linea a combattere per difendere la liberta’ dell’Ucraina”(pio dal cin)

1 Comment

  1. Mi fa piacere che Codogne’ ha aperto a queste donne e che il Signore benedica coloro che hanno contribuito. Da bambino dove nacqui il mio povero papa’ ebbe una famiglia scappata dalla Yugoslavia dopo WWII quelli rimasti ora si sa vennero massacrati. Spero che Putin venga deposto perche’ altrimenti la guerra sarà sempre piu dura.

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