Codogne’- Inaugurata la sala di lettura “Luigi Dal Cin”. La “lectio” dell’autore catalizza l’attenzione del pubblico

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www.luigidalcin.it

Un autore di libri per ragazzi con piu’ di cento libri pubblicati. Uno scrittore al quale ieri, sabato e’ stata dedicata una sala di lettura che raccogliera’ tutte le sue opere, anche quelle non piu’ in commercio che andranno a formare un “fondo” che restera’ fruibile alle presenti e alle future generazioni. Luigi Dal Cin non ha certo bisogno di presentazioni, ma chi era tra le duecento persone presenti nell’aula magna della biblioteca comunale, ha sicuramente capito il perché di tanto successo. Durante la sua “Lectio Magistralis” lo scrittore che vanta origini nel paese della Mela Cotogna, ha spiegato il perche’ un ingegnere decide di lasciare un lavoro sicuro e tranquillo per gettarsi a capofitto in un percorso che si e’ rivelato negli anni  come la sua vera e propria “missione” quella di illuminare il buio con la luce delle  parole.

Una specie di lotta tra il bene e il male dove, in un mondo dove la guerra, la cattiveria e l’egoismo sembrano vincere, lo scrittore, sfoderando la penna come una spada contrasta con l’amore e le parole, con i suoi racconti il male e cerca di trasmettere il messaggio ai piu’ piccoli, per dare loro la speranza di un mondo migliore. Per farlo usa la “lingua madre” che descrive come quella lingua che abbiamo parlato tutti quando eravamo piccoli e crescendo ci siamo dimenticati. Un po’ perche’ diventando adulti  ce ne vergogniamo, un po’ perche’ la dimentichiamo nel percorso della crescita. Scrivere non significa solo “Esprimersi” ma e’ un esternare le proprie emozioni e condividerle con gli altri. L’ingegnere diventato scrittore avrebbe potuto cambiare il mondo costruendo ponti, strade o centri commerciali.

Ha preferito cercare di farlo con le parole e con la scrittura e se oggi abbiamo un patrimonio fatto di oltre cento libri che ispireranno le presenti e le future generazioni a guardare a un mondo piu’ pulito e vero, dobbiamo ringraziarlo per aver buttato il cuore oltre l’ostacolo rinunciando alla sicurezza per avventurarsi nel mondo della scrittura creativa. Quello che piu’ importa secondo Luigi Dal Cin e’ la liberta’. Una liberta’ che deriva dal fatto di non accettare dei clichet che ci vengono offerti dall’esterno ma dal fatto di sviluppare un senso critico proprio che si alimenta con la lettura. L’esempio della storia del libro Mille e una Notte spiega con chiarezza come nella lettura si possa trovare sempre un’oasi sicura dove far riposare i sentimenti e le emozioni per poi trarre degli insegnamenti pratici che ci servano ad affrontare le difficolta’ della vita, proprio come la figlia del gran visir, che avendo letto oltre mille libri della biblioteca di suo padre e’ riuscita a cambiare la storia portando il re fuori dal buio della sua gelosia. ( che lo aveva indotto a sposare una donna diversa ogni giorno per poi ucciderla) La principessa attraverso la conoscenza acquisita dai libri riesce non solo a far smettere questo odioso e crudele rituale ma anche a fare innamorare il re e a cambiare il regno di terrore in un posto bello e tranquillo dove vivere. Una metafora di quella luce che i libri possono accendere nel buio della cattiveria e dell’ignoranza. Luigi Dal Cin è sicuramente uno scrittore destinato a far parlare di se per molto tempo. Il suo non e’ un semplice “scrivere per scrivere” ma e’ un messaggio che si concretizza in opere e azioni di solidarieta’ come nel caso della storia (vera)  di Matteo, un ragazzo con un problema grave che attraverso il racconto messo nero su bianco da Luigi riesce a trasformare non solo la sua vita ma anche quella di tutti i suoi compagni di classe che grazie al suo coraggio di raccontarsi capiscono l’universo interiore del loro coetaneo che fino a ieri era loro sconosciuto.

Luigi ha ringraziato l’amministrazione per avergli dato questo grande regalo  di avere una sala di lettura a lui dedicata:” Di solito si dedica qualcosa, una via, una piazza, un vicolo cieco ad uno scrittore dopo la sua morte. Il fatto che oggi ci sia a Codogne’ una sala di lettura dedicata ad uno scrittore vivente mi rende veramente orgoglioso e felice di questo grande regalo che la comunita’ di Codogne’ ha voluto farmi. In questo luogo affondano le mie radici e i miei ricordi d’infanzia.” Luigi ha ricordato lo zio Luigi (dal quale ha preso il nome) morto a Parma  a meno di vent’anni , fucilato per aver disertato dall’esercito , nel quale era stato obbligato ad arruolarsi,per evitare ritorsioni verso la sua famiglia ed essersi unito ai partigiani perche’ sapeva che quello dove militava era l’esercito sbagliato.La storia dello zio Luigi ha lasciato un segno profondo nello scrittore ed e’ stato l’embrione di quel senso di liberta’ che oggi troviamo nei suoi racconti che danno ali alle parole e le fanno diventare atti concreti di un cambiamento e la speranza mai sopita di un mondo migliore (pio dal cin – copyright 2023- riproduzione vietata) 

1 Comment

  1. Grazie per l’articolo che mi svela un paesano anonimo di cui non ero a conoscenza. Mi fa piacere che abbiamo un scrittore ben noto come paesano anche se sono nativo di Roverbasso che da bambini un po campanilisti ci si azzuffava per imporre il nostro ego.
    Congratulazioni pure a the giornalista con lo stesso cognome che significa un bel po ! Ciao

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