
SIAMO APPESI AD UN FILO SOTTILE
La recente scomparsa di Luigi Paolin, morto nella notte tra lunedi’ e martedi’ 9 maggio , a 62 anni puo’ solamente farci riflettere sulla caducita’ la brevita’ e l’imprevidibilita’ della vita.
Marco Aurelio, imperatore di Roma e uomo di grande saggezza tramandata ai posteri con i suoi scritti e pensieri affermava che :” Bisogna vivere ogni giorno come fosse l’ultimo, perchè un giorno lo sarà veramente ma non sappiamo quale” Chissà cosa faremmo di diverso da quello che facciamo quotidianamente, magari pensando che di tempo ne abbiamo tanto davanti. Se potessimo veramente sapere che questo fosse l’ultimo giorno della nostra permanenza sulla terra forse passeremmo più tempo, magari tutto il giorno per stare con le persone che amiamo, i figli, i mariti, le mogli, i compagni, le compagne, i papà, le mamme, i nonni, i nipoti, gli amici più cari. Cosa diremmo loro se non di non affliggersi, quando non ci saremo più, che siamo mortali e il nostro destino, la nostra vita stessa è legata a quell’ultimo istante nel quale la nostra anima si separerà per sempre dal corpo.
Luigi nella sua acuta intelligenza aveva capito che la vita era una missione di pace e di bonta’. Lo ha dimostrato all’interno della sua famiglia, della Comunita’ Pastorale della quale da anni era il vice presidente, nella scuola, l’Istituto Cerletti, dove insegnava dal 2001 e dove ha lasciato, come ovunque sia passato, un ricordo, una scia luminosa, come quella di una stella cometa.
A volte sembra che il Paradiso scelga i piu’ buoni e i migliori ed e’ questo il caso di Luigi, se ascoltiamo e leggiamo le parole di ch, durante la cerimonia esequiale lo ha ricordato, con la voce spezzata dall’emozione. Luigi sapeva che insegnare non era una “semplice professione” o un lavoro. Per lui l’insegnamento era una vera e propria missione. Lo hanno ribadito sia il parroco don Lucio Marian che la preside del Cerletti Mariagrazia Morgan. Gli amici d’infanzia e il presidente del consiglio pastorale Diego Grando. Tutti con parole di grande affetto per quel cuore generoso che si e’ spezzato improvvisamente. La preside, Mariagrazia Morgan ha ricordato che nei suoi modi da gentiluomo, nell’educazione e nell’intelligenza di questo uomo buono c’e’ un modello, un insegnamento che tutti dovremmo seguire. Luigi, trasmetteva pace e serenita’ e i semi che ha piantato, da buon agricoltore germoglieranno sicuramente in tante nuove piante e frutti. Questo e’ il senso della vita. Poter lasciare questo mondo con un ricordo che verra’ conservato per sempre nei cuori di chi abbiamo incontrato e toccato, anche se solo per un breve momento, ma con la consapevolezza della nostra caducità, della nostra appartenenza al genere umano che deve essere una gara di solidarieta’ e generosita’ verso gli altri.Luigi lo ha fatto, e molti seguiranno le sue impronte per creare un mondo migliore (pio dal cin)
LA GIOIA DI VIVERE
Dovremmo vivere con la stessa gioia , serenità e la stessa tranquillità che hanno gli animali, i nostri amici a quattro zampe, che ci accompagnano in questo cammino terreno. Loro, a differenza di noi, non sono consapevoli del fatto che devono morire. Vivono le sensazioni, le gioie, i piccoli momenti che regaliamo loro attraverso una coccola, un gioco, un boccone inaspettato. Non giudicano i caratteri ne gli aspetti delle persone, non portano rancore, e sanno perdonare anche chi li maltratta. Sono angeli che ci insegnano a vivere e godere la nostra vita senza eccessi ma in un’ottica serena, meno egoista, più solidal