Martino Zanetti. Pittore, imprenditore, mecenate,studioso.


Definire Martino Zanetti un industriale e’ assolutamente diminutivo. Il vulcanico ottantenne presidente della Hausbrandt , e’ molto di più .

’ L azienda che con un numero impressionante di tonnellate di caffe’ e un patrimonio stimato in centinaia di milioni di euro da lavoro a 500 famiglie, solo in Italia, senza contare i 90 Paesi in tutto il mondo dove il caffe’ italiano e’ conosciuto e pregiato, non e’ il solo interesse di Zanetti.

Martino si occupa di pittura, si e’ inventato un marchio di birra artigianale (la Theresianer) e uno champagne Martin Orsyn. Nella tenuta di Col Sandago a Susegana una fondazione con 75.000 volumi ripercorre un periodo particolarmente caro al Maestro imprenditore: il Rinascimento.

Lassu’ su quella collina da dove si gode un panorama mozzafiato delle Prealpi ( e in giornate limpide si vedono i monti della Slovenia) e’ stato presentato nei giorni scorsi il programma delle conferenze culturali aperte al pubblico e declinate da esperti di tutto il mondo del Rinascimento, visto a 360 gradi, in un’ottica che lo contrappone a contenuti quali l’architettura, la musica, la pittura e anche se impossibile da pensare alla matematica.

Come nasce l’amore per la pittura in lei?

Ero un ragazzino di otto anni quando mia madre con la zia Gina Roma (entrambe pittrici) mi ha fatto conoscere Burano, la citta’ del cielo. Piena di colori. I colori sono entrati nel mio cuore e da li non sono mai usciti. Una famiglia di pittori. La pittura mi ha sempre accompagnato nella vita.Sono diventato ragioniere e poi negli alpini

Imprenditore del caffe’, come?
Agli inizi ho rilevato la Silver Caffè Nel 1967 era fallita e l’ho rilevata con mio fratello e l’ho portata a notevole crescita .

Poi mi e’ arrivata l’occasione d’oro di rilevare l’Hausbrandt. nell’agosto del 1988 C’e’ stata una stima e io ho accettato l’offerta senza nemmeno pensarci. Oggi fatturiamo 100 milioni di euro in 90 Paesi nel mondo. Siamo in crescita a due numeri (15% circa) in controtendenza rispetto alla concorrenza.

Quanti sono i suoi collaboratori?

In Italia la Hausbrandt da lavoro a circa 500 famiglie.

Lei ha un marchio registrato di una birra artigianale e di uno Champagne. Come si passa dal caffe’ alla birra e allo Champagne?

Avevo una morosa austriaca che produceva birra e io dovevo dimostrarle che ero più bravo di lei Ho creato una nuova birra la “Theresianer” (25 anni fa) con la quale ho vinto molti premi grazie a dei tecnici molti ben preparati nel settore . nel farlo mi son sentito dire che ero matto e che c’erano altre birre nel mercato,molto ben avviate, ma la mia cocciutaggine mi ha premiato, grazie ovviamente al lavoro dei tecnici che hanno fatto un ottimo lavoro .

Lo Champagne, Da dove nasce l’idea?
Non sono contadino ma con l’aiuto di mio cugino Emanuele Da Dalto ho dato il via a questa operazione A lui ho dedicato l’aula d’onore della fondazione . Lo abbiamo denominato Martin Orsyn dal cognome materno.

La Fondazione?
E’ partita in verticale soprattutto grazie alla collaborazione della dottoressa Flavia Buzzetta, già ricercatrice associata presso il Laboratoire d’études sur les monothéismes e il Centre Jean Pépin di Parigi e direttrice scientifica della Fondazione. Oggi abbiamo la collaborazione con diverse Università europee e internazionali ed è una fondazione che è strutturata in modo di continuare a rigenerarsi nel tempo con il compito di promuovere gli studi e la ricerca del Rinascimento visto in un ottica di teatro e architettura musicali, contaminazioni culturali, anime triestine e arte militare
.
L’avvento dell’intelligenza artificiale secondo lei è una minaccia o un’aiuto per l’umanità?
Sono un progressista e la vedo come un’opportunità se usata nei modi e dalle mani giuste.
queste parole
Se dovesse salvare una delle sue passioni; la pittura, il caffè, la birra, lo champagne, la Fondazione, quale salverebbe a scapito delle altre?
Salverei queste. Dice mostrando le mani . Finita l’intervista Zanetti mi chiede se voglio fare un salto nel suo atelier, in crevada, dove si trovano le sue opere pittoriche. Non posso rifiutare e dopo dieci minuti mi ritrovo con un secchiello di colore acrilico in mano ad “aiutarlo” in una composizione astratta giallo blu.

Ci sono quadri dappertutto, di tutte le misure. Da un 20×30 a un due metri per tre. L’ atelier è uno stanzone enorme, ricavato da un capannone. Il pavimento porta i segni di molte “battaglie” con il pennello. Sembra di essere a casa di Pollock.

Le opere sono astratte e colpiscono l’occhio per la ricchezza cromatica che rivela e rispecchia la personalità di questo simpatico signore che, attraverso la sua passione per l’arte ereditata dalla zia Gina Roma, è riuscito a fare della sua vita una “tela” altrettanto colorata. Basti pensare alla sua fondazione sui colli trevigiani, i 75.000 volumi dedicati allo studio del rinascimento, alla birra, allo champagne, alla Hausbrandt . Un personaggio che affascina e intriga per il suo essere spontaneo, con uno spiccato senso dell’umorismo, permeato da una cultura che a stento riesce a non far trasparire in una ordinaria conversazione.Non è semplice seguirlo perché i suoi discorsi spaziano a 360 gradi , in tutte le direzioni più interessanti ma alla fine si ha la sensazione di aver assistito ed essere stati partecipi di una ” Lectio Magistralis”

(pio dal cin) copyright testo e foto riproduzione riservata e vietata senza espressa autorizzazione dell’autore,

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.